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MONA CHOLLET, IN DEFENSE OF WITCHES

Tempo di lettura: 2 minuti

Come ogni donna che trova ispirazione nella vita e nelle parole di Gloria Steinem, qualche mese fa ho seguito la diretta in cui ha assistito alla presentazione del libro di Mona Chollet In defense of witches. Non si può infatti parlare di oppressione nei confronti delle donne senza conoscerne la storia, le radici, le analogie. Non possiamo non considerare che ogni tempo ha la sua “caccia alle streghe”, altrimenti finiremmo per considerare la violenza come un problema di emergenza e non un fatto storico, cadendo nella trappola manipolatoria che nega la necessità di agire a livello culturale e sociale.
Mona Chollet è una giornalista e autrice svizzera. Dal 2016 è capo redattrice di Le Monde diplomatique. In defense of witches ha venduto 370.000 copie in Francia. Nata a Ginevra nel 1973, è nota come figura femminista in Francia.

A distanza di secoli dalla famigerata caccia alle streghe che ha attraversato l’Europa e l’America, le streghe continuano a esercitare un fascino unico: come cattive delle fiabe, praticanti di una religione pagana e icone femministe. Le streghe sono sia la vittima per eccellenza che la ribelle ostinata e sfuggente. Ma chi erano le donne accusate e spesso uccise per stregoneria? Quali tipi di donne sono stati censurati, eliminati e repressi da secoli di terrore?

Mona Chollet esplora tre tipi di donne accusate di stregoneria e perseguitate: la donna indipendente, poiché le vedove e le celibi erano particolarmente prese di mira; la donna senza figli, poiché l’epoca della caccia segnava la fine della tolleranza per coloro che pretendevano di controllare la loro fertilità; e la donna anziana, che è sempre stata oggetto nel migliore dei casi di pietà e nel peggiore di orrore. Esaminando la società moderna, Chollet giunge alla conclusione che queste donne continuano a essere perseguitate e oppresse. Piuttosto che un breve momento storico, la persecuzione delle streghe è un esempio della misoginia apparentemente eterna della società, mentre le donne di oggi sono le eredi dirette di coloro che sono state cacciate e uccise per i loro pensieri e le loro azioni.

“Chollet celebra non solo le streghe del passato, ma anche le cosiddette “streghe” di oggi: donne indipendenti che hanno scelto di non avere figli, non sono sempre in coppia, spesso sfidano le norme di bellezza tradizionali (lasciando che i capelli diventino grigi), e quindi operano al di fuori dell’ordine sociale stabilito. Questo è particolarmente vero in Francia, che può celebrare la femme libre, ma che, dalle sue leggi fiscali ai suoi solidi asili nido pubblici, è costruita per promuovere la famiglia e la maternità. È anche, non a caso, un Paese in cui una certa visione della femminilità sostiene l’economia attraverso la più grande industria della bellezza del mondo” – NY Times

La parola “strega” ha avuto una presa magnetica sulla scrittrice femminista. “C’è qualcosa in essa che sprizza energia. La parola parla di un sapere che si trova vicino alla terra, di un potere vitale, di una forza accumulata di esperienza che le fonti ufficiali disdegnano o reprimono”.

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