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HEIA, WALPURGISNACHT!

Tempo di lettura: 3 minuti

E’ quel che si sente gridare nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio in diverse zone del Nord e del Centro Europa.

Tanz in den Mai: in questa magica notte, danzando, si entra nel mese di maggio, che segna l’inizio della stagione calda, della rinascita, della fertilità. La natura finalmente si risveglia con tutto il suo calore, facendoci uscire dal buio inverno.

In Germania la notte di Valpurga (Walpurgisnacht) era conosciuta come Hexennacht (Hexe in tedesco vuol dire “strega”): si credeva che, durante questa notte, il confine tra il mondo dei morti e quello dei vivi fosse particolarmente sottile. Per questa ragione si praticavano riti di benevolenza per gli antenati, attraverso danze, cibo, incenso e il fuoco, elemento di vitalità considerato propiziatorio per la fertilità e il rinnovamento della vita terrena. Erano le donne a essere particolarmente coinvolte in questi rituali, dal momento che erano le maggiori conoscitrici delle erbe e dei cicli della natura: questo era il motivo per cui andavano per boschi e per siepi. Con una bacchetta di salice poi, pulivano e delimitavano i luoghi in cui si svolgevano i rituali festivi.

Manco a dirlo, l’avvento del Cristianesimo ha fornito nuova lettura a questa ricorrenza e anche un nuovo nome: a partire dal Medioevo, quella tra il 30 aprile e il 1 maggio è diventata la notte di devozione a Santa Valpurga che aveva il compito di allontanare le streghe e i demoni che si riunivano intorno al fuoco per danzare con il diavolo e gettare malefici. Quindi, dando a questa festività il nome di una badessa di origini inglesi, le donne divennero streghe, le loro bacchette di salice presero la forma di scope sulle quali volavano per recarsi nei boschi a danzare con il diavolo, invocando gli spiriti maligni e non più la fertilità della Madre Terra.

Invocando la protezione della Santa che sola poteva proteggere le popolazioni da chissà quali nefaste conseguenze, la Chiesa otteneva il controllo attraverso la paura, si liberava delle donne che non poteva controllare, e di chiunque fosse considerato loro complice, attraverso quella che ben conosciamo come la caccia alle streghe.

Un cerchio di donne è connessione che genera ascolto e sostegno reciproci. Attraverso la celebrazione della natura e dei suoi cambiamenti creiamo nuova energia: basta ascoltare le nostre sensazioni profonde quando ci troviamo in un bosco da sole, quando ci mettiamo in ascolto di ciò che ci circonda senza alcuna fretta, senza giudizio, senza aspettative….farlo insieme produce quella energia di cui abbiamo bisogno per riconoscerci come sorelle e mettere in discussione il sistema oppressivo che ci vuole isolate perché ci teme. Perché un cerchio, tanto ieri quanto oggi, rappresenta una dimensione fuori dal controllo di una società sul maschio fondata, uno spazio protetto e inviolabile, è quel bosco dal quale in lontananza il patriarcato sente arrivare musiche, risate e parole incomprensibili di libertà.

Dovremmo coltivare questa immagine ogni giorno, praticare il cerchio di donne nel suo significato reale e non negoziabile. Qualcuno lo chiamerà in altri modi, altri/e ne faranno un pretesto di esclusione e non di rigenerazione attraverso l’autocoscienza. E’ un luogo di pratica, non basta nominarlo.

Alle buone intenditrici auguro oggi di danzare libere ogni giorno e soprattutto di farlo oggi per entrare in maggio!

 

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