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PERSONE TOSSICHE E DISTANZE EMOTIVE
11 Aprile 2023
Le persone tossiche entrano nella nostra vita con tutto il loro carico di traumi, insicurezze, convinzioni, e ci lasciano in una condizione di depressione, ansia, stress, mancanza di autostima, fino a indurci a dubitare della nostra stessa salute mentale.
Quando ce ne accorgiamo, se ce ne accorgiamo, siamo già piuttosto malconce/i.
Amici e amiche, familiari, colleghe e colleghi di lavoro: possiamo incontrare persone tossiche in qualsiasi contesto, avere rapporti con loro da una vita intera o averle conosciute solo da poco.
Giorni fa, la pagina della mia agenda Labodif 2023 era aperta su queste parole:
“Intravedere, fiutare”: mi sono trovata a pensare a Fede, che ha una particolarissima dote nel fiutare le persone tossiche. Le scova in un microsecondo, con una innata capacità di intravedere ciò che spesso a un primo approccio appare impercettibile.
Da anni mi annuncia la tempesta prima che arrivi, lo fa con leggerezza, senza allarmismi. Lo fa perché sa che io in quella tempesta mi ci troverò e ne uscirò frantumata, e lei non sarà lì a dirmi “ti avevo avvisata”, perché sa anche che non posso fare a meno di provarci: a volte per una buona causa, altre volte per affetto, altre ancora perché non posso proprio credere che le persone possano arrivare a tanto. O meglio, non potevo. Meglio ancora: a volte non posso crederci, altre lo credo benissimo, viste le esperienze accumulate nella vita!
Nel mio percorso di self-care iniziato a partire dalla necessità di rallentare, Fede ha avuto un impatto decisivo, lo devo ammettere. Ho imparato a intravedere, a fiutare, a fidarmi delle mie sensazioni, a parlarne. Solo osservando ho capito quali danni può provocare la vicinanza di persone tossiche. E l’osservazione è un’attività che richiede lentezza, profondi respiri, alcuni momenti di distacco. Insieme a Fede, il mio silenzioso maestro a quattro zampe. Che attraverso i suoi gesti, le sue reazioni, mi segnala i pericoli e le persone tossiche. Da loro non si fa avvicinare, non le vuole in casa, non si lascia corrompere.
Intravedere e fiutare, poi fermarsi e riflettere, per cercare di praticare nuove strade.
Forse ora, a volte, riesco a intravedere le persone tossiche, a fiutarle da lontano; forse ora, a volte, riesco a fermarmi un attimo prima di lasciare che si impadroniscano del mio tempo, che si cibino delle mie energie, che scarichino su di me le loro frustrazioni; forse ora, a volte, riesco a scappare; forse ora, a volte, riesco a respirare.
Ma manca ancora qualcosa: la capacità di attraversarle restando illesa nel lungo periodo. Mancano le difese immunitarie, perché dentro, in fondo, qualcosa resta. Soprattutto il timore di diventare come loro.
Ci concentriamo spesso sulle persone tossiche che incontriamo, poco sul fatto che potremmo avere quelle caratteristiche senza rendercene conto. E come si fa a capire se siamo vittime o carnefici? Le persone che assumono comportamenti tossici nascondono le proprie insicurezze, i propri traumi, la propria vulnerabilità, attraverso atteggiamenti che minano seriamente l’equilibrio altrui. E questo, se non ci diamo la possibilità di fermarci e guardarci dentro, produce effetti a catena che non fanno altro che aumentare il livello di tossicità nelle relazioni. Infatti viviamo in una società altamente tossica, in cui si applica l’antica arte della prevaricazione perfettamente sintetizzata dall’espressione “mors tua, vita mea”: se per sopravvivere, eccellere, gestire la rabbia, silenziare i nostri insuccessi, mascherare le nostre frustrazioni, riteniamo di poter sacrificare le vite altrui, pazienza: “ci faranno i conti”, citando una delle più grandi e articolate manipolatrici che io abbia mai conosciuto nella vita, che riesce a incarnare tutti i tratti di tossicità individuati e anche quelli per cui non è ancora stata trovata una definizione. Talvolta uso il suo nome per descrivere una serie di comportamenti altamente tossici: è come la bomba atomica del comportamento tossico che, esplodendo, ha provocato morte e dolore, nonché livelli di tossicità che hanno attecchito su chiunque non sia riuscita a fuggire. Rappresenta uno di quei casi in cui il mio cane mi aveva avvertita: “ma non vuole mai venire da me, neanche se gli do un biscottino…” disse una volta. Il mio cane era proprio contrariato, mi fissava come a volermi dire “non me la avvicinare questa, non ce la voglio qui”. Non gli diedi peso, se lo avessi fatto mi sarei risparmiata tanta fatica.
Fuggendo dalle persone tossiche, dobbiamo sempre controllare di non essere rimaste all’interno di quel circolo vizioso di tossicità: per farlo, occorre prenderci cura di noi stesse/i , riflettere sui nostri comportamenti, sulle nostre relazioni. È l’unico modo per costruire un buon sistema immunitario contro le persone tossiche e contro il rischio di danneggiare qualcun altro. A volte bisogna dedicare molto tempo a curare le ferite, metterci in discussione quando qualcuno ci fa notare un comportamento tossico, guardarci intorno, chiedere aiuto per affrontare tutto ciò che influenza il nostro modo di stare in relazione.
Acquisire consapevolezza delle nostre emozioni, accogliere la nostra vulnerabilità, ascoltare la nostra stanchezza: sono piccoli accorgimenti che ci aiuteranno a capire cosa o chi sta mettendo a rischio la nostra serenità.
Questi sono i primi passi da fare con grande umiltà e senza fretta. Il risultato finale è ciò che conta, ovvero il cambiamento rispetto a una delle peggiori giustificazioni che fanno da carburante al comportamento tossico “Sono/è fatta così…non posso/non la puoi cambiare”. Questa è l’espressione di rinuncia alla vita, di inadeguatezza rispetto all’esistenza. Ma siamo fatte/i per andare avanti, per esplorare, non per stare immobili a guardare.
Se ci troviamo a pronunciare questa frase di fronte alle conseguenze nefaste di un comportamento tossico, è ora di correre a farsi aiutare seriamente. Dobbiamo andare a rimettere in ordine il nostro cassettino dei sentimenti, sperando di non avere perduto l’empatia.
Vorrei promuovere un campagna di comunicazione e sensibilizzazione sul tema del comportamento tossico
“rallentare e fare soste in caso di stanchezza e confusione salva la tua vita, salva milioni di vite”.
Le persone tossiche spesso sono in famiglia, all’interno del contesto lavorativo, in una rete di persone da cui per tante ragioni non possiamo o non vogliamo allontanarci. In alcuni casi non è necessario abbandonare tutto per allontanare le persone tossiche, ma essere consapevoli della loro presenza è fondamentale. A volte i livelli di tossicità arrivano a essere talmente intollerabili da costringerci a lasciare letteralmente un luogo, un lavoro, una relazione, per salvarci la vita. E dobbiamo farlo, senza compromessi.
Le persone tossiche agiscono violenza perché silenziano, limitano, emarginano, abusano, prevaricano, giudicano, sfruttano, attraverso meccanismi di manipolazione più o meno lucidi che possono arrivare ad avere conseguenze tragiche.
Assertività è la parola d’ordine: esprimiamo chiaramente emozioni e pensieri. Mettiamo in evidenza la distanza che abbiamo scelto tra noi e la persona tossica, perché non senta di poter oltrepassare quel limite che abbiamo stabilito, perché sia chiaro che l’abbiamo riconosciuta. L’assertività è soluzione e prevenzione: ci difende dalle persone tossiche, previene dal rischio di diventare noi stesse persone tossiche, perché scegliamo di non reprimere ciò che siamo e il nostro vissuto.
È necessario imparare a decifrare i segnali di un comportamento tossico, a partire da noi stesse/i.
Un esempio pratico: se qualcuno ci sta raccontando di una esperienza di dolore, o di un trauma, o di un qualsiasi altro personale vissuto, rispondere con “eh, ti lamenti te? Pensa un po’ a me che….” rimanda che il nostro vissuto è certamente più importante, meritevole di attenzione. Quante volte vi è capitato di parlare di un vostro problema – dal lavoro alla salute, da un lutto a una scelta di vita – e di sentirvi rispondere in questo modo?
Assumere questo atteggiamento squalificante ogni volta che ci si trova in una conversazione, induce le altre persone a silenziare i propri sentimenti, anche se in realtà è chiaramente espressione di un nostro bisogno di stare al centro, pertanto cerchiamo ogni occasione per farlo. In queste occasioni, capita di erigersi ad esperte/i della vita altrui in base alla propria esperienza: è ciò che accade spesso quando si parla di violenza, di maternità, di malattia.
Capita anche di trovarsi giorno e notte ad ascoltare gli sfoghi, i dolori, i vissuti altrui e di sentirsi coinvolte al punto da spendere ogni energia per poter sostenere qualcuno a cui teniamo, per poi trovarci in completa solitudine quando siamo noi ad avere bisogno di vicinanza. Posso affermare con una certa sicurezza che i cosiddetti “vampiri energetici” non si rendano conto di ciò che fanno e che, anzi, trovino veramente strano il fatto che a un certo punto mettiamo una distanza tra noi e loro. Mancano di empatia. Semplice. Non vedono altro al di fuori dei propri bisogni e si stupiscono se glielo facciamo notare.
Dalla nostra incapacità di prenderci cura di noi, nascono comportamenti tossici che vanno a produrre conseguenze su altre persone, che a loro volta potrebbero assumere comportamenti tossici.
Le persone tossiche ignorano i nostri sentimenti, il nostro vissuto, a volte ci spiegano cosa dobbiamo provare o non provare, quando abbiamo il diritto di stare male e quando il dovere di fare delle scelte secondo il loro punto di vista; ci parlano dei loro problemi senza mai vedere i nostri; succhiano voracemente tutta le nostre energie per i loro bisogni per poi sparire di fronte ai nostri; sfogano la loro rabbia per qualsiasi cosa con noi, senza chiedersi se siamo disposte/i ad ascoltare; usano la nostra vulnerabilità per ostacolare ogni nostro progresso; si servono della nostra lealtà per raggiungere i loro obiettivi e ci gettano via come spazzatura; ci maltrattano in pubblico per scusarsi poi solo nel privato; sono bulli e bulle che non sanno affrontare la vita in altro modo. Un vero peccato, ma non possiamo rischiare di pagarne le conseguenze con la nostra vita, occorre mettersi in salvo. E ricordarci che la vita ha un altro sapore se a stare insieme sono le persone sensibili, perché è l’unica possibilità che abbiamo di riconoscere e riconoscerci, nel bene e nel male.
Un grande cerchio magico, fatto di persone sensibili, funge da scudo protettivo contro le persone tossiche e contro il rischio di diventarlo. Ma che sia un vero cerchio, che sappia sostenere e accogliere, che non conosca emarginazione ed esilio, che non escluda dal dialogo, che abbia uno scopo evolutivo e non conservativo. Difficile, lo so, ultimamente ne ho continue prove. Nonostante tutto, io ci credo ancora, magari un giorno ne spunterà fuori uno! Dipende da ognuna/o di noi: dalle scelte, dalla capacità di ascoltarsi, di osservare le conseguenze dei nostri comportamenti, delle nostre parole, sulle persone con le quali siamo in relazione. Un singolo gesto può fare la differenza. Prendersi cura di sé fa la differenza. Se lo facciamo, non abbiamo bisogno di scaricare sul prossimo i nostri bisogni, le nostre mancanze, la nostra sete di riconoscimento.
Siamo abituate/i a categorizzare le persone tossiche, ci ho provato anche io. Ma in realtà non ci sono tratti distintivi così netti da poter esattamente tracciare il profilo di una persona tossica. Molti comportamenti si mescolano, alcune persone hanno solo alcune caratteristiche, altre sono un concentrato di tutte quelle che possiamo trovare.
Ci ho messo un po’ a scrivere di persone tossiche, perché ogni giorno faccio i conti con le mie cicatrici o ogni giorno mi accorgo di quanto alcune di loro abbiamo maledettamente condizionato la mia vita e, non contente, continuino a farlo senza alcun problema. Non è facile scrivere di persone tossiche avendo in mente dei volti, dei nomi e dei comportamenti molto precisi. Difficile restare sul generico, ma partire da me è la prima forma di cura.
Come in ogni viaggio senza regole che si rispetti, anche questo mi ha portata a nuove scoperte: posso proteggermi, se voglio, dalle persone tossiche; posso interagire con loro con consapevolezza; non devo aspettarmi scuse dalle persone tossiche, perché mentono, stravolgono la storia, fino a credere alle proprie bugie. Lasciare andare e avere di meglio da fare, filtrare le persone tossiche, non tentare di aggiustarle, sono gli obiettivi finali di questo viaggio. È triste avere a che fare con persone che trovano soddisfazione nell’arrecare danno al prossimo, ma lo è ancora di più dare loro il potere di farlo.
Se avete letto fino a qui, vi prego di prendere alcuni minuti per chiedervi se alcuni vostri comportamenti possono essere considerati tossici, se avete a che fare con persone tossiche, a prescindere dal fatto che stiano danneggiando voi o qualcun altro e se conoscete qualcuno che potete aiutare a superare i danni provocati dalle persone tossiche. Fatto questo piccolo test, cominciate ad agire di conseguenza: siate di parte contro il comportamento tossico.
Ma prima, respirate profondamente, per potervi incamminare con la giusta lentezza.
3 commenti su “PERSONE TOSSICHE E DISTANZE EMOTIVE”
Condivido in pieno tutto…
Mentre leggevo mi apparivano dei volti e dei nomi nella mia mente…ho imparato anche io a difendermi dalle persone tossiche …a volte evitando la loro presenza..a volte, facendo cadere ogni forma di rapporto per poi riprenderlo con diplomatico distacco.
Ma necessita avere uno stato di animo che sia in pace con se stessi per poi “vaccinarsi” verso la tossicità altrui🙃
Grazie Antonietta, la ricerca quotidiana di quella pace fa parte del viaggio!
Uh.. ci sono cresciuta dentro nella famiglia di origine..
E ancora sono circondata da persone manipolati nella progenie. Sono in viaggio di guarigione, da quando ne riconosco da lontano i sintomi Sto davvero meglio