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28 SETTEMBRE: CORRI! (cit. “The Handmaid’s Tale”)

Tempo di lettura: 5 minuti

Nel 2022 parliamo del diritto di scelta sui nostri corpi, che sono ancora violati, discussi, messi alla gogna da chi, in nome della religione, della moralità, di un inesistente ordine naturale, ci considera per nulla in grado di compiere delle scelte. Allora, apparentemente, ci prendono per mano e con immensa compassione tentano di farci comprendere il vero valore delle nostre vite. Vite che hanno bisogno di essere guidate “sotto il Suo occhio”, perché non finiamo all’inferno. Ma l’inferno, ancora oggi, è qui in terra: una terra che dovremmo calpestare a testa bassa, adempiendo ai nostri compiti assegnatici per nascita da una legge morale superiore, violenta, che gli uomini attraverso i secoli hanno plasmato a proprio piacimento ed a nostro svantaggio. Oggi come ieri siamo le streghe colpevoli di lussuria, sortilegi e morte. Oggi come ieri il mondo intero sente il diritto ed il dovere di abusare dei nostri corpi, di forzarci alla maternità e ad una sessualità morigerata e finalizzata alla sola procreazione. Lo fa stilando delle vere e proprie regole per impedirci di accedere al diritto fondamentale alla salute, rendendo l’accesso all’aborto ed alla contraccezione un percorso ad ostacoli che umilia le nostre vite e rafforza il patriarcato.

In Europa si muove un esercito oscuro e pericoloso che non possiamo sottovalutare, perché ha radici anche nel nostro Paese ed antenne nelle nostre istituzioni. E’ un esercito fatto di leader transnazionali, ideologic politici, religiosi, funzionari governativi, aristocratici, finanziatori, che si muove per eliminare i diritti sessuali e riproduttivi, e lo fa mettendo a punto delle strategie su obiettivi realizzabili. Inizialmente si trattava di un gruppo di attivisti statunitensi ed europei che, nel 2013, ha iniziato a ragionare su questi obiettivi. In poco tempo il consenso raccolto ha permesso loro di crescere a dismisura, raccogliendo oltre 100 organizzazioni che lottano CONTRO i diritti umani. Agenda Europa è nata così, quando pensavamo che in Europa non potessero esserci così tanti estremisti impegnati nel CANCELLARE i diritti umani, attraverso il sostegno del Vaticano. Nell’aprile 2018, il Forum parlamentare europeo sulla popolazione e lo sviluppo (Epf) ha prodotto un dossier che dimostra l’esistenza di un documento politico intitolato “Restoring the natural order” (Ripristinare l’ordine naturale) prodotto da un gruppo interno alle istituzioni europee.

Gli obiettivi dichiarati sono questi

– Annullare l’avanzamento dei diritti civili in nome di una legge naturale, superiore e preesistente
– Un vero e proprio piano d’azione che sia perseguito a livello di istituzioni europee, Unione Europea e Consiglio d’Europa, e a livello nazionale.
– Strategia estremista dettagliata: rovesciare le leggi esistenti sui diritti umani fondamentali (sessualità e riproduzione, divorzio, accesso alla contraccezione femminile, riproduzione assistita, aborto, diritti LGBTQ).

Oggi voglio condividere con voi l’esatta strategia, riportata nel documento originale suddiviso per tematiche, che è stata pianificata per eliminare l’accesso al diritto di abortire:

Obiettivi a lungo termine

– Divieto legale di aborto in tutte le giurisdizioni
– Divieto legale esplicito di aborto nel diritto internazionale.
Obiettivi a breve e medio termine:
– Divieti limitati sull’aborto: ad esempio, limitazione dei periodi entro i quali effettuare un aborto, condizionamento dell’aborto a casi limitati. (come ad es. minaccia per la vita e la salute della madre, stupro, incesto, ecc.)
– I diritti dei genitori (che dovrebbero essere informati e acconsentire all’aborto se la madre è minorenne)
– Promuovere l’obbligo di consulenza su ciò che avviene durante l’aborto e sulle possibili conseguenze 48 ore prima dell’aborto, con l’obiettivo legalmente definito di proteggere il nascituro.
– No all’aborto se il padre del bambino non è d’accordo (argomentazione: parità di trattamento tra i sessi, quindi inaccettabile che la decisione spetti solo alla madre).
– Introdurre standard igienici e di supervisione restrittivi per le cliniche abortive.
– Introdurre clausole di obiezione di coscienza per evitare che il personale medico sia costretto a praticare aborti contro la loro volontà
– I contratti sull’aborto devono essere legalmente nulli e inapplicabili, per evitare che il personale medico sia costretto a praticare l’aborto. Allo stesso modo, nessuna responsabilità civile se il bambino sopravvive all’aborto (“wrongful birth”).
– Ridurre i fondi alla lobby dell’aborto (ad esempio IPPF e Marie Stopes).
Tagliare i finanziamenti che ricevono da donatori pubblici come l’ONU, l’UE o i governi nazionali.
– Vietare il finanziamento dell’aborto attraverso l’assicurazione sanitaria pubblica.
Laddove ciò non sia possibile, assicurarsi che l’assicurazione sanitaria più economica non copra l’aborto.
– Introduzione di statistiche ufficiali sull’aborto, combinate con l’obbligo per gli operatori di notificare (anche se in forma anonima) gli aborti all’autorità pubblica. Questo aiuterà a fare luce sulle statistiche e a capire le dimensioni del problema.
– Introdurre consulenze e campagne di affissione a favore della vita finanziate dal governo (buon esempio: Ungheria).
– Proibizione della propaganda a favore dell’aborto (sul modello della pubblicità del tabacco).
– Fornire fondi governativi per madri e bambini in difficoltà.
– Divieto mondiale di aborti eugenetici (argomento: prevenire la discriminazione sulla base della disabilità)
– No al gendericidio: Limitazione degli aiuti esteri
– No al finanziamento degli aborti all’estero attraverso gli aiuti allo sviluppo.

Possibili strategie

– Monitoraggio della petizione One of us : ribadire in ogni occasione le richieste della petizione, finché l’UE non agisce.
– Utilizzare One of us come modello per petizioni simili a livello nazionale.
– Rendere visibile l’aborto, per esempio attraverso film, manifesti, eventi pro-vita, o erigendo monumenti ai non nati (nei cortili delle chiese o simili).
– Introduzione di una Giornata mondiale o di un Anno tematico della Vita non nata (25 marzo?)
– Creare luoghi speciali di memoria dei bambini non nati (ad esempio, un monumento specifico in ogni cimitero).
– Usare la selezione del sesso (gendericidio) o gli aborti forzati in Cina come argomenti. Usateli per creare consenso, anche con le femministe.
– Usare “uguaglianza” e “discriminazione” (tra persone di sesso diverso, o di persone con disabilità) come argomento contro l’aborto
– Utilizzare il declino demografico come argomento
– Utilizzare la libertà di coscienza come argomento
– Interpretare il “diritto all’informazione” (contenuto nei “diritti riproduttivi”) come comprendente l’obbligo per gli Stati di garantire che tutti siano correttamente informati su cosa sia un aborto. Il diritto all’informazione potrebbe essere utilizzato per i nostri scopi.

Ora, se siete riuscite/i a leggere fino in fondo senza avere i conati di vomito che io ho avuto leggendo l’intero documento originale, fermatevi un attimo: date un’occhiata alle pagine social delle organizzazioni pro-life, ripassate le dichiarazioni della propaganda elettorale delle destre radicali, turatevi il naso e visitate le pagine dell’ex Senatore Pillon (che sarà pure uscito dal Parlamento, ma è esattamente ancora nel centro di questa foto), ma cercate anche di analizzare le politiche e le parole delle forze moderate.

Ci siamo dentro, ed occorre fare in fretta. Occorre anche chiudere la porta in faccia a chi ha permesso che ciò potesse accadere.

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