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UNA GIORNATA PREVEDIBILMENTE NERA
26 Settembre 2022
Questa mattina ho aperto gli occhi alle 5.45. Ma non mi sono alzata. Sono rimasta lì, cercando di fermare il tempo ancora per un po’. Perchè alzandomi avrei iniziato una di quelle giornate tanto temute. Mi sono addormentata di nuovo, godendomi un po’ di quel silenzio che dalle mie parti dura poco: alle 7 circa bestemmia il vicino di sotto, poco prima i vicini ascoltano la tv come se fossero al cinema e le persone che escono chiudono le porte quasi a voler buttare giù anche quelle del palazzo accanto. Quello è l’orario in cui mi alzo, salvo eccezioni, perché lo decidono loro e non io. Il mio cane resta sempre a letto qualche minuto in più, alla faccia di chi dice che se hai un cane la mattina si esce all’alba. Ho aspettato, perché non volevo né leggere né ascoltare le notizie: niente smartphone, niente tv, niente radio. Silenzio, lentezza, respiri profondi: perchè in questi giorni mi sento sopraffatta, per il fatto che noi donne continuiamo a morire anche solo per una ciocca di capelli, in nome della religione ma per mano degli uomini; perché a volte non riesco a respirare se penso che questo mondo è continuamente violato da chi si oppone alle libertà fondamentali; perché vengo da una settimana in cui ho incrociato lo sguardo e le vite di ragazzi e ragazze invisibili che un mondo adulto sta lasciando sole/i a sopravvivere attraverso l’odio e la mancanza di empatia; perché non sopporto più l’odio e l’intolleranza che porta le persone ad odiare altre persone solo perché intralciano la loro corsa verso il nulla; ed infine, perché sono profondamente incazzata con chi ha lasciato che questo potesse accadere, in una continua mediazione con un potere che ha soltanto un nome, PATRIARCATO.
Ho aspettato le 8, preparato la colazione per me ed il mio quadrupede a cui basta poco per essere felice. Mi sono seduta, ho acceso la tv. E’ iniziata questa giornata, che emana prevedibile odore di merda.
Cosa è accaduto oggi lo sapete tutte/i. L’Italia sta scrivendo una pagina nera di storia: nera come il fascismo. Quel fascismo di cui non ci siamo mai liberate/i, quel fascismo che veste anche i panni di donna. Quel fascismo che si nutre di odio, di mancanza di empatia, di ignoranza, di lotta contro i diritti sessuali e riproduttivi. Quel fascismo che urla, che si sforma in viso per comunicare virilità e minaccia al nemico. Quel fascismo che non indossa la camicia nera, né una divisa, ma sta seduto nei luoghi della democrazia. Quel fascismo che prova a negare di essere fascista…ma fascista è chi il fascista fa, inutile nascondersi dietro la collezione di busti del Duce. La fiamma arde, l’avete lasciata lì.
Questa pagina nera di storia ha iniziato ad essere scritta tanti anni fa, quando chi avrebbe dovuto proteggerci da tutto questo ha perso il coraggio di prendere posizioni nette e di contrasto, ed ha smesso di vigilare sui nostri diritti per mantenere i propri privilegi. Ora fatevi da parte, e lasciate fare a noi. Che l’attivismo è roba seria, non dura quanto una campagna elettorale.